Innesti ossei vascolarizzati nelle pseudoartrosi di scafoide: quali, quando e come fissarli

Vascularized bone graft in scaphoid non union: which ones, when and how to fix them

Pierluigi Tos 1, Kalina Fadel 1, Alice Clemente 1, Valentina Cecconato 1, Alessandro Crosio 2, Simona Odella 1

1 UOC Chirurgia della mano e Microchirurgia Ricostruttiva, ASST Gaetano Pini – CTO, Milano; 2 UOC Ortopedia e Traumatologia II, Chirurgia della Mano - AOU Città della Salute e della Scienza, Ospedale CTO, Torino

DOI 10.53239/2784-9651-2025-13

L’impiego dell’osso vascolarizzato nel trattamento chirurgico delle pseudoartrosi di scafoide è una tecnica consolidata ed indicata in casi complessi dove l’apporto vascolare sembrerebbe poter essere determinante per la guarigione. Oltre alle indicazioni (compromissione della vitalità ossea, fallimento di interventi precedenti e cronicità e sclerosi ossea) vengono discusse e descritte in dettaglio le principali tecniche di innesto vascolarizzato, sia peduncolate locali (come 1,2-ICSRA di Zaidemberg e il lembo volare di Mathoulin/Kuhlmann) sia libere microvascolari (come il lembo da condilo femorale mediale) nella forma ossea ed osteocondrele per la sostituzione del polo prossimale. Sono discussi inoltre i metodi di fissazione ed i risultati prevedibili rispetto alle serie presenti in letteratura. I tassi di consolidazione complessivi per i VBG si attestano tra l’80% e il 95%, con tempi medi di unione di 10-12 settimane. La chiave del successo chirurgico risiede nella selezione accurata della tecnica e nella garanzia di una fissazione compressiva stabile, essenziale per l’integrazione dell’innesto. In sintesi, la scelta del VBG è una strategia di biological augmentation riservata a deficit biologici marcati, ma la sua efficacia dipende interamente dalla contemporanea ottimizzazione meccanica.

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