La riabilitazione della mano affianca la chirurgia da molti decenni, cercando di costruire nelle diverse realtà cliniche dei percorsi condivisi che possano condurre il paziente al miglior risultato. Negli anni, tale affiancamento è andato consolidandosi sempre di più con la costante presenza dei terapisti nelle sedi congressuali dei chirurghi della mano.
Le due realtà stanno quindi trovando sempre maggiori punti di convergenza, tuttavia manca un ultimo tassello di congiunzione.
Nel 2021 nasceva anche per AIRM uno strumento di divulgazione letteraria come la Rivista Italiana di Riabilitazione della Mano. Il principio archetipo che ha innescato la miccia è stata l’esigenza di evolversi da un solo momento di aggregazione congressuale, verso qualcosa che mettesse nero su bianco ciò che va dall’esperienza empirica ai dati statistici più elaborati.
Uno strumento insomma che potesse permettere anche ai terapisti la divulgazione di materiale scientifico sotto altra forma rispetto alla classica relazione ai congressi. D’altronde anche la storia ci ha mostrato l’inevitabile passaggio dalla narrazione orale omerica-esiodea alla scrittura sempre più elaborata. La stessa reticenza socratica alla scrittura è stata superata dagli scritti platonici.
Ora, senza voler generare paragoni con cotanta sapienza, abbiamo creduto e sperato che un passaggio, o meglio una integrazione della scrittura all’oralità congressuale fosse qualcosa di imprescindibile.
Come tutte le neo esperienze necessitava di un periodo di incubazione e crescita. I contributi scientifici di questi anni sono stati piuttosto variegati: dai semplici ma utili case report ad alcuni lavori retrospettivi, passando per le revisioni della letteratura.
Le spinte interne del direttivo AIRM erano un vettore ben puntato verso una crescita ulteriore, col sogno nel cassetto di tramutare la rivista dei terapisti in una realtà concreta e solida.
Le battaglie e le riflessioni si sono succedute, incontrando a volte resistenze, ma alla fine tutto ha ceduto sotto l’accattivante progetto, all’epoca ancora non condiviso con SICM, di poter diventare prima un satellite e poi parte integrante di una vera rivista scientifica come quella della Società Italiana di Chirurgia della Mano.
Dopo quattro anni siamo arrivati a pensare che il tassello mancante di quel punto di convergenza fosse una fusione tra le due riviste.
La continua ricerca in ambito scientifico e medico è il motore che permette l’evoluzione e il miglioramento delle attuali tecniche, sia chirurgiche che riabilitative. Gli strumenti di divulgazione come le riviste scientifiche sono il cuore pulsante che permette la circolazione delle informazioni tratte dai lavori di ricerca.
Alla luce di quanto esposto siamo speranzosi di poter coniare insieme al gruppo SICM un nuovo nome “Rivista SICM-AIRM” che renda noi da orbitanti a integrati.







